La differenza tra pappardelle e tagliatelle

L’Italia è la patria a livello mondiale della pasta, meglio ancora se fatta a mano come una volta. Ne abbiamo però talmente tanti formati che è ormai molto facile confonderli l’un l’altro. Ogni formato ha invece una sua storia e delle origini ben precise, oltre ad avere una lavorazione unica. Un esempio sono le pappardelle e le tagliatelle, spesso confuse nonostante provengano da regioni diverse e siano differenti tra loro: scopriamo assieme le loro origini e soprattutto le differenze!

La storia delle tagliatelle fatte a mano

Le tagliatelle sono sicuramente uno dei primi piatti più diffusi e consumati in Italia, ma quali sono le loro origini? Secondo una leggenda, sarebbero state inventate a Bologna verso il 1487 dal cuoco personale di Giovanni II Bentivoglio, nobile di Bologna, in occasione delle nozze del suo primogenito con la figlia del duca di Ferrara, Ercole I d’Este. In realtà, è emerso che si tratta di una storia puramente inventata da un illustratore e umorista. Quello che è certo, è che le tagliatelle esistevano già ai tempi del Medioevo e venivano preparate a mano stendendo la pasta in sfoglia sottile, che veniva poi arrotolata e tagliata a listarelle: è proprio dal verbo “tagliare” che il termine “tagliatella” prende origine. Le tagliatelle perfette devono rigorosamente avere una larghezza, da crude, di 7 mm: questa misura e la ricetta originale sono infatti depositate e registrate presso la Camera di Commercio di Bologna dal 1972. I condimenti perfetti per gustare le tagliatelle sono i sughi a base di pomodoro, specialmente il famoso ragù bolognese.

Le origini delle pappardelle all’uovo

In molti credono che anche le pappardelle all’uovo abbiano origini romagnole-emiliane mentre invece nascono in Toscana, più precisamente in Maremma. Il termine “pappardella” deriva infatti dal verbo in dialetto toscano “pappare”, ossia mangiare. Le pappardelle, per essere tali, devono avere una superficie ruvida e porosa, data dall’impasto molto rustico, ma non c’è una larghezza rigorosa da dover rispettare come nel caso delle tagliatelle: possono infatti variare dai 2 ai 4 cm, con uno spessore di circa 0,8 mm e una lunghezza di 20 cm. La tradizione toscana vuole che le pappardelle siano abbinate a sughi di carne dal sapore intenso e deciso, in particolar modo di selvaggina: primi fra tutti troviamo i sughi di cinghiale e di lepre, seguiti però anche da sughi a base di funghi.

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